Leggo da più parti , giudizi più o meno bizzarri sulla decisione del Presidente del consiglio Giorgia Meloni, circa la decisione di recarsi alle urne e non ritirare la scheda. Posto che questa è una prerogativa prevista ed è nel diritto dell’elettore poterla esercitare, vorrei far notare che, dal punto di vista squisitamente della comunicazione politica, la scelta dal premier Meloni ha un’efficacia straordinaria…
Chi si occupa di comunicazione politica , la studia e la analizza, non ha potuto non notare come il Presidente Meloni e il suo staff, hanno un livello comunicativo molto elevato e che spesso fatica ad essere compreso nel dettaglio da chi non si occupa comprensibilmente della materia. Ma i due messaggi importanti che passano da una sola frase di Giorgia Meloni, è che è prevista un’ opzione da utilizzare da parte dell’elettore che prima non conosceva, e contestualmente non si contribuisce al raggiungimento del quorum utile per la validità del voto.
Entrando nel dettaglio si legge infatti nelle “Istruzioni per le operazioni degli uffici di sezione” redatte dal Ministero dell’Interno in vista dei Referendum del’8 e 9 giugno, che “per un corretto computo del numero effettivo dei votanti per ciascun referendum, qualora il seggio abbia già “registrato” l’elettore nella lista sezionale e/o nel registro per l’annotazione del numero di tessera, occorre provvedere, nei relativi riquadri e colonne di tali documenti, a una ulteriore annotazione (ad es., con la dicitura: “non votante”). Inoltre si specifica che “sulla tessera elettorale, il bollo della sezione non deve essere apposto.” Quindi, “chi rifiuta di ritirare tutte le schede, non può essere considerato come votante e non deve quindi essere conteggiato tra i votanti della sezione.”
Abbiamo visto dunque che, con una sola affermazione, sono stati forniti due dati informativi importanti e utili per i cittadini. Ancora una volta, comunicazione al top per il Presidente Meloni e i suo staff della comunicazione.